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Viaggiare sostenibile. Da turista a viaggiatore in 15 passi

by Flavia Sanges

Viaggiare rende modesti. Ci mostra quanto è piccolo il posto che occupiamo nel mondo.
Gustave Flaubert

Ti ricordi durante il lockdown le strade vuote, il silenzio surreale, e la natura che si riprendeva i suoi spazi? I pesci nella laguna di Venezia, le anatre a piazza di Spagna a Roma, i tassi nel centro di Firenze, un cinghiale per le strade di Barcellona, i delfini avvistati un po’ ovunque nel Mediterraneo. Non so a te, ma a me tutto questo ha fatto tanto riflettere. 

Torneremo a viaggiare, di questo ne sono certa. Lo abbiamo fatto dopo l’11 settembre 2001, con tutte le conseguenze sul piano della sicurezza e dei controlli aeroportuali cui siamo ormai abituati. E lo faremo di nuovo, perché viaggiare è un bisogno insopprimibile dell’uomo.

Ma molte cose probabilmente cambieranno. Oltre alle mascherine, eventuali tamponi o dichiarazioni di salute, bisognerà fare i conti con l’inevitabile aumento dei prezzi dei voli. In Europa le compagnie low cost ci hanno abituati alla possibilità di weekend mordi e fuggi che allo stato attuale non sembrano sostenibili. E quindi? Per gli abituali frequentatori delle spiagge greche, croate o spagnole è cambiato poco: in area Schengen ci si muove in aereo più o meno come prima, con qualche regola in più da rispettare. Ma per tanti questo è stato l’anno dello slow travel, della vacanza in Italia, in auto per lo più, al massimo col treno, qualcuno col camper, verso il mare, la montagna o agriturismi, alla scoperta delle bellezze della nostra Penisola.

Viaggiare è però anche conoscere nuove culture, scoprire posti nuovi, molto diversi da quello in cui viviamo abitualmente. Ma al contempo produce anche inquinamento e consuma risorse naturali, causa danni alla biodiversità e al patrimonio artistico. Molte località prese d’assalto dai turisti negli ultimi anni hanno dovuto correre ai ripari, con chiusure, limitazioni, regole, tasse ad hoc.

Maya Bay  a Koh Phi Phi in Thailandia, divenuta famosa per il film The Beach con Leonardo Di Caprio, e presa d’assalto dai turisti, è stata interdetta al turismo per gli ingenti danni alla popolazione dei coralli. L’80% è sparito a causa delle sostanze contenute nei solari, dei rifiuti di plastica, degli scarichi in mare degli hotel, dalle barche che attraccano ogni giorno. La riapertura ante covid era prevista per la metà del 2021 per consentire un recupero della biodiversità. Dai 6.000 visitatori al giorno, l’accesso in spiaggia sarà consentito ad un massimo di 2.400 persone. Boracay nelle Filippine è rimasta chiusa ai turisti per 6 mesi nel 2018 a causa dello sviluppo edilizio incontrollato ed ha riaperto con nuove linee guida per i visitatori ed un numero limitato di arrivi consentiti. 

Tourists don’t know where they’ve been. Travellers don’t know where they’ve going.
Paul Theroux

E se al di là dei regolamenti e degli accessi limitati fossero i viaggiatori a fare la differenza? Sono convinta che ci sono piccole cose che tutti noi possiamo fare, che anche io e Francesco stiamo provando nel nostro piccolo a fare, che sono in definitiva quello che differenzia un viaggiatore da un turista. E sono sicura che tu che stai leggendo appartieni alla prima categoria, e alcune le metti già in pratica nei tuoi viaggi.

  1. Rispetta le regole del paese in cui vai. Ricordati che sei un ospite, e agisci di conseguenza.
  1. Rispetta il dress code del paese che stai visitando, soprattutto i luoghi sacri.
Capelli coperti nei luoghi di culto musulmani.
Francesco che indossa il sarong per coprire le gambe a Tirta Empul. Bali
  1. Apri la mente. Non pensare che il modo occidentale di vedere e fare le cose sia l’unico corretto.
Nasi Goreng. Il piatto tipico balinese.
Dim Sum per le strade di Shanghai
  1. Preferisci i ristoranti locali e la cucina del posto. La carbonara e la pizza le mangi quando torni (e sicuramente migliori). E l’esperienza sarà unica.
  1. Quando possibile compra nei mercati locali. Anche in questo caso vuoi mettere con l’esperienza di contrattare in un suq sorseggiando il tè? Perderti tra spezie, tessuti e frutta che non hai mai visto? Assaggiare cibo veramente locale? 
Mercato della frutta a Yangon. Myanmar.
Mercato settimanale itinerante sul lago Inle. Myanmar
  1. Cerca di fare meno rifiuti possibile. Se puoi ricicla, sempre.
  1. Riduci/evita l’utilizzo di cannucce. Nelle Filippine, dove negli ultimi anni c’è stata grande attenzione per il turismo sostenibile, abbiamo trovato ovunque le cannucce di bambù, anche in vendita. Carine e biodegradabili.
  1. Attenzione ai cartelli sulle attrazioni turistiche. Se c’è un divieto di scattare foto o di arrampicarsi, non fatelo. A Bagan in Myanmar c’erano su tutti i templi i divieti di arrampicarsi. La Lonely Planet consigliava le terrazze di alcuni templi per godere del tramonto. Ma la maggior parte di queste terrazze non sono accessibili da marzo 2016, con tanto di divieto di arrampicarsi. Oltre ad essere pericoloso per sé stessi, l’elevato numero di turisti che si recavano al tramonto e si fermavano a mangiare o addirittura a dormire, ha creato grandi danni alle strutture. Nonostante ciò troverete ragazzini del posto che per pochi kyat si proporranno come guide per accompagnarvi su queste terrazze. Evitate. Ci sono alcune collinette dove potrete ammirare lo stesso panorama, oppure la terrazza del tempio Lawkananda, che è accessibile.
  1. Prediligi alloggi, hotel e strutture turistiche rispettosi dell’ambiente e della cultura locale, possibilmente gestiti da locali, in modo che i benefici economici si fermino il più possibile in loco. 
  1. Dai la preferenza nei tuoi acquisti a cooperative ed attività che prevedono un ritorno alla comunità in cui operano. Impossibile tornare dal Marocco senza aver comprato l’olio di Argan o dalla Cambogia senza il pepe di Kampot. Troverai ovunque questi prodotti. Ci sono centinaia di cooperative femminili in tutto il Marocco che producono olio di Argan e danno lavoro a migliaia di donne berbere provenienti da situazioni di marginalità. Magari li pagherai un pochino in più, ma eviterai anche il rischio di un prodotto contraffatto. Lo stesso per il pepe di Kampot. Sarete sicuri di acquistare un prodotto di qualità e di fare qualcosa di buono. E sono solo i primi esempi che mi vengono in mente. 
  1. Animali, selvaggi e non. A meno che non vengano utilizzati da millenni per il trasporto di persone e cose (cavalli, cammelli) direi di lasciarli dove sono. O meglio, se vi piace in viaggio interagire con gli animali, fatelo in modo etico, umano e rispettoso. Privilegiate enti e operatori che si occupano del benessere degli animali tenendoli quanto più possibile nel loro habitat naturale. Informati, fai ricerche, leggi recensioni, vedi foto. Ci sono gabbie, catene, gli animali hanno abbastanza spazio e cibo, sembrano sedati? A Chengdu abbiamo visto i panda giganti. In libertà, nel loro habitat, giocano, mangiano, dormono, e tutto senza curarsi dei visitatori, che anzi devono adattarsi ai loro orari. I panda dormono quasi tutto il tempo, se vuoi vederli dovrai svegliarti molto presto.  E se in Thailandia vuoi vedere gli elefanti, ricorda che esistono i santuari etici. Vale sempre lo stesso discorso: informati, assicurati che questi santuari tengano gli elefanti liberi senza forzarli ad eseguire performance di vario tipo.
Wadi Rum. Giordania.
Wadi Rum. Giordania
  1. Cammina, noleggia una bici, usa trasporti pubblici.  Oltre a far bene, potrai avere belle sorprese. Un viaggio non è fatto solo di visite ad una serie di luoghi imperdibili ma anche del viaggio stesso dall’uno all’altro. Paesaggi cui non sei abituato, la possibilità di trovare lungo la strada qualcosa che non ti aspettavi, che non era citato sulla guida, di interagire con la gente del posto e altri viaggiatori come te. Certo ci sono le dovute eccezioni. Nelle Filippine abbiamo viaggiato quasi 7 ore su un van con le galline. All’andata era buio e del paesaggio non abbiamo visto nulla. Al ritorno, di giorno, nulla da vedere lo stesso. Se avessimo trovato i biglietti aerei da Puerto Princesa a El Nido, avremmo recuperato un giorno di viaggio e saremmo arrivati più riposati. 
Il modo migliore per esplorare i templi di Bagan in Myanmar è col motorino elettrico. Ecologico e consente di girare la vasta area dei templi in modo indipendente.
  1. Informati prima di partire sugli usi e costumi locali. Paese che vai, usanze che trovi. Dall’abbigliamento alle mance, al togliersi le scarpe prima di entrare nei templi, ci sono alcune piccole cose che possono evitarti situazioni di disagio e incomprensioni. Puntare le piante dei piedi in direzione di qualcuno in Thailandia e in Myanmar è considerato estremamente maleducato. Se si puntano in direzione di una statua del Buddha è una vera e propria offesa.

  1. Fotografie. Amiamo tutti farle, riguardarle, condividerle. Ma attenzione ai divieti, soprattutto se si tratta di luoghi di culto e zone militari, area controlli degli aeroporti. E chiedete sempre il permesso quando fotografate le persone, soprattutto i bambini. Non a tutti piace essere fotografati, poi ci possono essere questioni di privacy, ma anche credenze e superstizioni. In alcuni paesi si pensa che una fotografia possa rubare l’anima. In Giappone non fotografate mai tre persone insieme: si pensa che quella di centro morirà presto.

Myanmar. Tempio Mahamuni. Al rito mattutino del lavaggio del viso e dei denti del Buddha le donne possono assistere solo a distanza.

  1. Trattare sul prezzo. Fallo con rispetto. In Cina mi tocca farlo molto spesso e per quasi tutto. Alla lunga è snervante. Per come siamo fatti io e Francesco, preferiremmo di gran lunga pagare un (giusto) prezzo esposto.  Negoziare, anche selvaggiamente, può essere una necessità per non essere trattati da ‘turista’. In viaggio può essere divertente, con più tempo a disposizione, sedersi in un bazaar in Turchia, sorseggiare tè, chiedere il prezzo, fingersi scandalizzati e andare lentamente verso l’uscita in attesa di una controfferta. E’ normale nei paesi asiatici contrattare sui prezzi dei servizi, i taxi, i tuk tuk, oltre che nei mercati. Ma senza esagerare. Troppo spesso siamo fuorviati dal paragone con i costi occidentali e dalla poca conoscenza dell’economia e della realtà locale. Cerchiamo di spuntare il prezzo più basso per gongolare del fatto di essere riusciti a spendere il meno possibile, contrattando strenuamente anche per pochi centesimi.  Quando contrattiamo, proviamo a fermarci quando il prezzo ci sembra giusto. Pochi centesimi per noi potrebbero fare la differenza per altri.

Questi sono solo alcuni spunti, piccole cose che si possono fare per viaggiare in modo responsabile e sostenibile. E tu, fai già alcune di queste cose? Hai qualche consiglio da aggiungere a questa lista sicuramente non esauriente? Secondo te cos’è che fa davvero la differenza tra un viaggiatore ed un turista?Fammelo sapere nei commenti!

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