1.Un mosaico di popoli lungo la Via della Seta
Il commento più frequente alle foto dello Xinjiang che abbiamo pubblicato sui social è stato: “Incredibile, non sembra la Cina” 😅. Ed effettivamente è così: lo Xinjiang sembra un pezzo di Asia Centrale capitato per caso in territorio cinese. Niente Muraglia, Esercito di Terracotta e pagode, nè i grattacieli di Shanghai o Shenzhen, ma piuttosto una natura rigogliosa, deserti, bazaar e architetture arabeggianti; ma soprattutto, dove sono i Cinesi? E chi sono questi Uiguri di cui tanto si parla ultimamente?

Questo perchè lo Xinjiang, all’incrocio di due importanti rotte lungo la Via della Seta, è un crocevia di popoli, religioni e tradizioni differenti. I tratti dominanti diventano mediorientali: donne formose con occhi scuri sapientemente truccati, uomini con la barba e con la tipica ‘doppa’ come copricapo, ma anche uomini e donne dai capelli scuri ed incredibili occhi chiari. Per non parlare dei bellissimi abiti e cappelli indossati da alcune donne a Tashkurgan, il luogo al mondo con la più alta concentrazione di frontiere (Pakistan, Afghanistan, Tagikistan, Kirghizistan, India). Non a caso in mandarino Xinjiang significa “nuova frontiera”, anche se gli Uiguri preferiscono chiamare il loro territorio Turkestan Orientale.

Lo Xinjiang è una regione autonoma, ricca di petrolio, carbone e gas naturale, situata nel nord ovest della Cina, con 20 milioni di abitanti e una superficie pari a cinque volte l’Italia. Questa regione è un mosaico di popolazioni, ben tredici differenti gruppi etnici: Uiguri, cinesi Han, Hui, Kazaki, Kirghizi, Mongoli, Tagiki, Xibo, Manciù, Uzbeki, Russi, Daur e Tartari. A differenziare questi gruppi etnici tra loro sono la lingua, la religione e alcune caratteristiche fisiche.

- Gli Uiguri, gli Hui, i Kazaki, i Kirghizi, i Tagiki e gli Uzbeki sono musulmani sunniti (tranne i Tagiki del Pamir cinese che sono sciiti).
- Uiguri, Kazaki, Kirghizi, Uzbeki e Tartari appartengono ad etnie centrasiatiche, parlano una lingua turca e simpatizzano per l’ideale pan-turco di un’unica grande nazione (turca) che va dall’Europa balcanica allo Xinjiang.
- I Tagiki parlano il sarikoli, un’idioma indo-europeo simile al persiano. Mentre gli Hui parlano cinese.

2.Hui e Uiguri
In tempi antichi i cinesi raggruppavano sotto lo stesso nome Hui, Cristiani, Musulmani ed Ebrei. I Cristiani erano detti anche “Hui che si astengono dagli animali senza zoccoli”, i Musulmani “Hui che si astengono dalla carne di maiale” e gli Ebrei “Hui che estraggono i muscoli “ o “Hui dal cappello blu”. Oggi invece il termine Hui si riferisce ad una specifica minoranza etnica musulmana.
Ma occorre partire da un presupposto: in Cina ci sono 56 etnie diverse, tra cui la principale è quella degli Han, cui appartiene circa il 91% della popolazione. I restanti 55 gruppi sono considerati minoranze etniche.

Gli Hui sono una delle minoranze con il maggior numero di popolazione e distribuita su un più ampio territorio. Sono presenti in diverse regioni del territorio cinese tra cui Hebei, Mongolia Interna, Liaoning, Anhui, Henan, Yunnan, Gansu, Xinjiang. Sono di religione musulmana ma di lingua cinese e anche nell’aspetto fisico sono simili ai cinesi Han. Le donne indossano il velo e gli uomini adulti un copricapo bianco.

A Xi’an esiste un quartiere completamente abitato dagli Hui, il Quartiere Musulmano di Huiminjie 回民街, famoso per il fantastico street food, per il labirinto di viuzze che ti faranno perdere l’orientamento, e per la moschea più particolare che abbiamo visto durante i nostri viaggi.

Anche gli Uiguri sono musulmani, ma parlano la lingua Uigura, una lingua turcofona che usa l’alfabeto arabo, e vivono principalmente nello Xinjiang. Pur essendo entrambi i gruppi di fede musulmana, tra Hui e Uiguri quasi non ci sono contatti. Frequentano moschee diverse e non sono comuni i matrimoni tra i due gruppi.
Si pensa che gli Hui siano discendenti di popolazioni di fede musulmana dell’Asia centrale, arrivati in Cina tra i VII e il XIV secolo, che si sono poi mescolati alle popolazioni locali educando i figli nel culto dell’Islam, ma nella lingua e cultura cinese. La presenza degli Uiguri nella regione dello Xinjiang è invece testimoniata già a partire dal II secolo a.C. L’annessione ufficiale al territorio dell’impero avvenne dal 1760, ad opera della dinastia Qing.

Se i tratti somatici degli Hui sono simili a quelli cinesi, gli Uiguri presentano invece caratteristiche simili a quelle dei popoli dell’Asia Centrale, seppur piuttosto diversificate, con tratti sia tipicamente europei che mediorientali ed asiatici. Per le strade di Turpan, Urumqi e Kashgar vedrai sia uomini e donne con occhi e capelli chiari (quasi slavi) che con occhi scuri e capelli sottili lisci e scuri.

Dopo due tentativi di indipendenza nella prima metà del ‘900, i cinesi Han furono incoraggiati dal governo di Pechino a spostarsi nello Xinjiang. Questa politica di “sinizzazione” ha gradualmente alterato la composizione demografica della regione: se nel 1949 i cinesi Han costituivano solo l’8% della popolazione, nel 1997 erano circa il 40% dei residenti dello Xinjiang.
3.Viaggio in Xinjiang
Viaggiare è scoprire l’altro da sè, conoscere luoghi e tradizioni diversi dai nostri. Non si può andare in un luogo senza conoscere e comprendere la sua storia e le sue contraddizioni. E uno degli aspetti più incredibili di un viaggio nello Xinjiang, così come in altre regioni autonome di un paese così vasto e complesso come la Cina, è la sovrapposizione di culture e tradizioni uniche.

Per rispondere alle domande su se è sicuro viaggiare nello Xinjiang (ed è così 😊) e su come organizzare un viaggio in questa regione e cosa vedere assolutamente nello Xinjiang, dai un’occhiata qui!
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